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LA LEZIONE DI UNA GRANDE ANIMA 

I testi che seguono sono una rielaborazione del pensiero di Ghandi, redatti da due alunni di 5B della scuola Primaria di Rivarolo Mantovano, a conclusione del percorso svolto durante alcune ore di  attività alternativa alla religione cattolica.

L’attività è partita con un’analisi, effettuata in classe, di una parte dell’autobiografia del teorico della resistenza passiva, con lo scopo di estrapolare alcune frasi utili alla lettura in occasione della cerimonia in commemorazione dei caduti del 4 Novembre e riflettere sulle conseguenze di scelte/opinioni sulla violenza. I due ragazzi hanno, poi, approfondito il tema attraverso una ricerca on-line e la visione di alcune scene essenziali del film “GHANDI”. Hanno inoltre costruito una linea del tempo relativa alla vita della “grande anima” con foto e didascalie e avviato un confronto sui principali aspetti caratterizzanti il suo pensiero. La linea del tempo che si conclude con la data di morte, riporta, però, a seguire tre puntini di sospensione …”Perché”- come mi hanno detto- “ Ciò che ha spiegato dura anche adesso, ed è stato premiato col Nobel solo  nel 2006: gli uomini hanno tardato a capire, però il suo messaggio è sempre vivo”. La socializzazione in classe che ha fatto seguito alla loro ricostruzione, ha permesso a questi ragazzini di essere protagonisti dell’illustrazione e spiegazione di alcuni episodi salienti riguardanti la biografia di Ghandi e, nel contempo, di argomentare e offrire ai compagni spunti importanti di confronto.

Sahara e Abdullah (una è nata a Cuba, l’altro in Pakistan) hanno redatto, infine, commenti personali, concordando sull’universalità del messaggio e l’urgenza di diffonderlo.

Milena Lanfranchi

Per me, la non violenza è un passo avanti per le menti di tutti i cittadini del mondo, perché è un atto di maturità e di rispetto nei confronti degli altri, e anche nei miei confronti; il mondo può essere migliore se noi contribuiamo a non far esplodere bombe per ogni piccola cosa. Il primo uomo ad aver praticato questo modo di vita cosi particolare è stato Gandhi Mohandas Karamchand, nato il 2 ottobre 1869 a Porbandar in India. Ha avuto una vita piena di sacrifici e di vittorie spirituali. Per lui la non violenza era lottare senza usare le mani era vivere la vita senza aver paura di chi ti sta attorno. Il messaggio delle parole di Gandhi è e sarà sempre che si possono aggiustare i problemi con una stretta di mano. Io posso praticarla non mettendomi nei guai per non provocare liti.

Sahara Morelli

Per me, la non violenza è non fare cose gravi, ad esempio: non uccidere, non provocare lotte tra nemici, non cercare vantaggi con bombardamenti o cose pericolose. Gandhi è stato l’avvocato che ha costruito la non violenza cioè ha creato la gioia e la felicità perché se non avesse smesso di far battaglie o guerre ora saremmo maggiormente in pericolo. Gli indiani si astennero da comprare merci inglesi, infine rifiutarono di pagare le tasse, poi spontaneamente si presentarono davanti ai posti di polizia e erano disposti a subire le pene stabilite. È una nuova forma di lotta: la disobbedienza civile. Porta un messaggio indispensabile: un uomo può uccidere un fiore, due fiori, tre… Ma non può contenere la primavera.

Abdullah Asjid

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